Berlusconi, la vittoria, il futuro


Dalla vacanza sarda qualche piccola annotazione sull’esito finale della tornata elettorale di giugno. Un primissimo giudizio va ai referendum che hanno fallito (e di molto) il quorum. Un risultato che non stupisce nessuno visto che la data del 20 giugno era stata fissata proprio per rendere quasi impossibile l’arrivo ai seggi di più della metà degli aventi diritto. La Lega, insieme ad altri, gridano al fallimento del referendum. Consiglio loro di non buttare benzina sul fuoco. Non sono certo io a dover far notare come, pur avendo votato solo il 23% dei cittadini, i “Sì” hanno sfiorato l’88%. Segno che la gente chiede cambiamento e se questa richiesta verrà ignorata sarà un danno per la democrazia tutta. Passiamo alle elezioni amministrative. Dario Franceschini (che oggi si è candidato alla segreteria del partito nel congresso di ottobre) parla di “tramonto della Destra”. Berlusconi risponde ironico: “Mi piacerebbe sempre perdere così”. Spiace fare la figura del solito berlusconiano ma qui Franceschini ha dato i numeri! Si fosse limitato a dire che la persona di Berlusconi non ha sfondato si poteva anche essere d’accordo (ci tornerò tra un attimo), ma affermazioni come quella dell’attuale leader del PD suonano davvero ironiche. I numeri del Cavaliere, come spesso accade, valgono più di mille parole: prima delle elezioni il PDL governava circa 5 milioni di elettori, ora sono ventuno. Viceversa il PD ha più che dimezzato questo stesso dato. E’ una sconfitta sotto tutti i fronti. Dal PD fanno notare come nei ballottaggi la tendenza si sia un po’ invertita rispetto alle europee e al primo turno delle amministrative. Insomma, il PDL ha conquistato Milano provincia (pur con gli imprenditori al mare), Venezia e altre roccaforti rosse come Prato. Il dato che esce dalla segreteria PD è in realtà un boomerang: l’inversione di tendenza, se c’è stata, è di nuovo a favore del PDL! Vero che in questa ultima tornata il PD ha subìto meno sconfitte, ma è pur vero che i ballottaggi riguardavano quasi esclusivamente roccaforti rosse. In pratica: il solo fatto di essere arrivati al ballottaggio in città come Bologna o Firenze, o la già citata provincia di Prato, è un risultato storico per l’accoppiata PDL/Lega. Poi i successi del PD erano quantomeno scontati! Spero di essermi spiegato a sufficienza.

Ma ora bisogna guardare al futuro. Il G8, l’agenda di Governo 2009/2010 e le regionali della prossima primavera. Berlusconi sembra voler allontanare l’idea di un “erede”. Buon segno. Non mollerà. Ma se ha scelto di non mollare deve essere cosciente che dovrà ricominciare a fare “l’istituzionale”. Niente più battutine o allusioni ma solo lavoro, lavoro, lavoro. Basta parlare delle inchieste in corso. Niente scuse (come gli ha consigliato Cossiga). Buonissima l’idea di un summit per fare il punto sul programma per il prossimo anno. La politica deve necessariamente tornare a parlare di politica. In questo modo il PDL e Berlusconi torneranno a volare nei sondaggi. Forse lo stesso Berlusconi non si aspettava una flessione del 3% in seguito agli attacchi ricevuti. Ha sottovalutato la meschinità di chi lo sta attaccando. Ora, ripeto, non bisogna dare respiro agli oppositori. Si torni a fare politica, si smetta di parlare di passera. Si faccia un bel G8 e, dopo una breve vacanza, si dia il colpo finale alla crisi economica. Ecco la ricetta per stravincere le regionali del 2010 e per iniziare a riformare questo Paese.

[Omnia/Luca Zaccaro]


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