«Da giorni si aggira per le redazioni dei giornali e nel circuito politico della Capitale uno strano personaggio che sta offrendo a buon mercato un dossier di 12 foto che mi ritrarrebbero insieme indovinate a chi? No, niente escort. I miei interlocutori sarebbero, anzi sono, il colonnello dei carabinieri Mori ed il questore della polizia di Stato Contrada. Insieme a loro nella foto ci sarebbero anche alcuni funzionari dei servizi segreti. […] Naturalmente un acquirente si è subito fatto avanti: il solito quotidiano che, pur di buttare fango sul sottoscritto, acquista qualunque cosa, anche a prezzi esorbitanti, costi che poi si sommeranno a quelli che dovrà pagare per la querela che farò, e che si aggiungerà alla denuncia che ho già provveduto a depositare alla magistratura, perchè questa volta sono venuto a conoscenza per tempo della trappola. […] Il copione si sta per ripetere anche questa volta, come per tutte le fasi elettorali precedenti. Questa volta il “bidone” che il solito giornale sta costruendo è davvero sporco e squallido: quello di voler far credere, utilizzando alcune foto del tutto neutre, che io sia o sia stato al soldo dei servizi segreti deviati e della CIA per abbattere la Prima Repubblica perchè così volevano gli americani e la mafia. Certo che ce ne vuole di fantasia… e anche di arroganza per ritenere che gli italiani siano tutti così allocchi da bersi una panzana del genere»
Eh, no! Mi spiace per voi ma questa volta non è Silvio Berlusconi a parlare, e quel “solito giornale” non è nemmeno “Repubblica”. Strano vero? A sentire questa parole, questa cantilena, sembra proprio l’ennesimo discorso del vittimista per autonomasia. E invece ciò che avete letto poco sopra, tratto dal sito del Corriere, è un estratto del discorso di Antonio Di Pietro, leader dell’IdV che vive a pane e antiBerlusconismo.
Per farla breve Di Pietro ci informa che stanno girando (e presto verranno pubblicate) foto che potrebbero compromettere la sua persona se viste da un occhio che non conosce la verità. Beh, ha ragione. Un’immagine senza storia può stravolgere il vero. Immaginate che un giorno, per strada, un uomo vi chieda una sigaretta. Voi gliela porgete e poi lo salutate cortesemente. Pochi giorni dopo venite a sapere da un giornale che ha pubblicato una foto che ritrae quel momento, che il simpatico fumatore era un pericoloso malavitoso. Per chi vede quella foto sarà facile collegare voi a lui. Da quel momento potreste essere considerati malavitosi a vostra volta.
Quindi, da questo punto di vista, Di Pietro ha perfettamente ragione: non basta una foto qualsiasi per dimostrare qualcosa. Chiaro che se uno scatto mi ritrae mentre rubo al supermercato è una cosa, ma se vengo fotografato vicino a una persona non è detto che io conosca la sua vita per filo e per segno.
Benissimo. Ma allora perché, come al solito, vige la legge dei “due pesi e delle due misure”? Perché Berlusconi, fotografato sorridente a fianco di una diciottenne nel giorno del suo compleanno, è automaticamente un malato, un pervertito eccetera e Di Pietro invece è estraneo a ciò che si vorrebbe dimostrare? Se è vero quello che abbiamo detto prima, allora deve essere vero sempre.
Splendido poi il riferimento alle tornate elettorali.. facciamo finta di non collegare gli attacchi che dal 1994 vengono rivolti a Berlusconi con le scadenze elettorali?
E poi la denuncia.. quando è Berlusconi a denunciare si tratta di vile attentato alla libertà di espressione, ora è un passo doveroso.
Ah ecco, il giudizio sugli italiani.. Quando è Di Pietro a dire che non siamo stupidi va tutto bene, quando invece è Berlusconi a dire che il giudizio finale viene dai cittadini allora è chiaramente un’offesa da parte del re-tiranno.
Potrei continuare, ma credo di essermi spiegato. Non basta una foto per scrivere la Storia. E questo vale per Di Pietro, ma deve necessariamente valere anche per Berlusconi.
In fondo si tratta di Coerenza..
PS: se per caso non verrete mai a sapere questa storia, sappiate che io l’ho letta qui.