Veder comparire sul WebPoliSelf quel voto, quel “21” in Impianti Informatici ha scatenato una serie di emozioni e di pensieri.
“E’ fatta, non ci credo!” è stato il primo pensiero elaborato dal mio provato cervello.
E in effetti ci ho messo un po’ a realizzare. Ma oggi, quando ho visto completarsi (senza tener conto della laurea, ovvio) la pagina della mia “Carriera” ho realizzato che è davvero così. Forse non per tutti una laurea è così importante. Magari in alcuni casi sembra essere arrivata “per caso”, quasi per inerzia dopo tre anni di viaggi per Milano andata-ritorno. Per me non è stato così.
Studiare a Milano è stata un’esperienza di vita. A partire, sembra banale, dal viaggio. Non sembra ma quegli 80 chilometri percorsi ogni giorno in macchina-treno-metropolitana-piedi per tre anni ti mettono in condizione di vivere situazioni particolari, da imparare a gestire. Da uno sciopero annunciato, a un guasto sulla linea, fino ad uno sciopero improvviso che ti lascia a piedi a parecchie centinaia di metri dalla meta finale. So che sembra una barzelletta, ma è così. Parte di ciò che ho imparato in questi tre anni deriva proprio dalle esperienze del “pre” e del “post” università. Quanta gente ho conosciuto (o re-incontrato) sulla banchina, quanta gente che puntualmente, giorno dopo giorno, trovavo seduta nello stesso binario del regionale Novara-Cadorna..
Arrivati in Piazza Leonardo (o, molto più spesso, in via Golgi) inizia la quotidiana avventura. Tante, tantissime persone. Facce che da estranee sono diventate ogni giorno sempre più familiari. Non sto a scomodare il concetto di amicizia, ma di sicuro si è creato un bel gruppo che ha reso più leggere lezioni spesso interminabili. Grazie soprattutto a Rocco per i lunghi pomeriggi di studio ma anche, rigorosamente in ordine di facebook, ad Andrei, Antonio, Dario, Davide, Federico lo juventino, Federico il “montanaro”, Giacomo, Giovanni, Jacopo, Juri, Lorenzo, Luca, Marco S, “il” Marco, Massimo, Matteo, Michele, Michele “il Viga”, Simone, Stefano, “Bloom”, Stefano, Tiziano, Vania e anche a tutti quelli che mi sono dimenticato.
Ma il Poli non è solo divertimento. Gli “scoponi”, il Poker, le cazzate sono la parte bella, quella da ricordare e raccontare. Ma c’è anche l’altra faccia. Quella dello studio, tanto studio. Quella degli esami (che a volte vanno male per colpa di congiunzioni astrali che mai si riverificheranno nella storia). Ma questa è la parte che spesso, almeno alla fine, si trasforma in soddisfazione assoluta. Gli esami passati al primo colpo (soprattutto se si tratta di Analisi 1-2-infinito), gli esami passati di culo (uno, due al massimo), gli esami con cui si era aperta una lotta personale (la febbre vs Fisica, la sardegna vs Elettronica, l’errore vs Reti). Alla fine ne resterà uno solo. E se stasera sto scrivendo queste stupide righe vuol dire che ho vinto io.
Non sarà il massimo, non sarà in anticipo. Ma è dannatamente in orario e con 6 mesi di tirocinio alle spalle. E’ la mia laurea. Il 21/02/2011.
Ci sono stati momenti belli e momenti disastrosi. Penso (spero) di essermeli raccontati tutti in questa rubrica (esatto, serviva a me, non era pensata con lo scopo di essere “pubblica”).
Ora se permettete vado a cercarmi un lavoro, o un altro stage. Chiudo qui questa lunga rubrica con il messaggio migliore:
“Vittoria!”
Grazie, ancora, a tutti.