Sei mesi possono anche non sembrare nulla. Ma sei mesi possono anche portare così tanti cambiamenti da ritrovarti alla fine a chiederti quanto tu stesso sia cambiato. Sei mesi fa (a settembre, in realtà) mi ributtavo sui libri dopo neanche due settimane di stacco con il pensiero nervoso che per colpa di una cattiva calendarizzazione degli esami non sarei riuscito a laurearmi a settembre, in anticipo di qualche mese rispetto alla tabella di marcia. Poi c’è stato il penultimo esame (il solito, grazie) concluso come sempre sul filo del rasoio e senza potermi sbilanciare sull’esito. Ed infine arriva il 13 settembre, le 12 e 30: finiva l’ultimo esame. Sapevo di averlo superato, ma ero contento soprattutto per l’esito del precedente. E forse qualcuno sa anche il perché. Domenica 19 settembre. Ore 01:30 AM. Tornato a casa dalla serata vedo pubblicati i risultati dell’ultima “fatica”: 21. La testa diventa leggera per un istante. Non è colpa del Negroni. “Sono un laureando”. Dopo una settimana di meritato puro cazzeggio mi metto alla ricerca di un lavoro. Mi viene offerto un posto da stagista come sviluppatore .Net. Se non era esattamente quello che stavo cercando poco ci mancava. Accetto immediatamente, faccio il colloquio ed ecco che iniziava l’avventura che mi ha tenuto impegnato per tutti questi mesi. Ho potuto conoscere una azienda che crede nei giovani, che si impegna a formarli nell’ottica di trasformarli in una risorsa e non in quella di sfruttarli per qualche mese. Ho lavorato spalla a spalla con colleghi molto più esperti di me che però non hanno mai rifiutato una richiesta di aiuto o un semplice consiglio da parte di un novizio. Insieme (ma soprattutto grazie) a loro sono cresciuto. Ho studiato, ho sperimentato e alla fine posso dire di aver imparato a lavorare con il Framework .Net. Poi è arrivato il 2011 e, come forse sapete, ho portato a termine con successo il percorso universitario: il 21 febbraio mi sono laureato in Ingegneria Informatica. Maledettamente in corso. Tempo di riposarmi qualche ora ed eccomi di nuovo alla mia vita da Stager. Passano le settimane e continuo ad imparare. Da moduli separati inizio a sviluppare parti integranti del progetto. Ho capito cosa vuol dire lavorare in un gruppo. Fare in modo che il proprio lavoro possa integrarsi al meglio con codice scritto da chi ha dieci anni di esperienza in più di te è una sfida che ti insegue 24 ore al giorno: al lavoro quando programmi e a casa quando pensi a come programmare. Sai che un tuo errore può intralciare il lavoro di tutti. Ma è così che si impara. Ora ho finito questa avventura. Ho fatto tanti errori e il più delle volte ho capito dove sbagliavo e mi sono corretto. Ho fatto tante domande e ho appuntato gelosamente le risposte. Ho dato il massimo ed in fondo credo di aver fatto abbastanza bene. Non credo che un contratto si offra a cani e porci di questi tempi. Ma il bello inizia solo adesso: tra pochi giorni partirò per godermi il mio meritatissimo viaggio di laurea negli States. 15 giorni On the Road sulla West Coast. Al mio ritorno, se tutto va bene, ci sarà un lavoro ad attendermi. Voglio ringraziare sin da ora tutte le persone che mi sono state accanto in questi lunghissimi sei mesi, tutte quelle che consapevolmente o meno mi hanno fatto crescere. E non parlo solo dell’ambito lavorativo. Alla fine quando vivi per 10 ore al giorno insieme alle stesse persone per così tanto tempo non entra in gioco solo la sfera lavorativa.
Grazie a tutti, mi avete regalato i sei mesi più intensi e più ricchi di soddisfazione della mia vita. E, se non vi dispiace, non ho intenzione di fermarmi. Sono solo all’inizio.
Time to go now..