Ci svegliamo con calma all’Hilton e ci godiamo fino all’ultimo i benefici da “sciuro” di questo bellissimo hotel (ad esempio la colazione da Starbucks con vista sull’Oceano). Dopo il checkout carichiamo i bagagli in macchina (il parcheggio è valido fino alle 16:00) e ci incamminiamo verso Downtown (la 5th Avenue) per vedere un po’ di negozietti e comprare qualche “gift”. Poco più tardi eccoci di nuovo in macchina con destinazione Coronado, un piccolo lembo di terra tra San Diego e l’Oceano. L’ambiente che ci accoglie è difficilmente definibile. Se non è il posto più bello che ho mai visto in vita mia (Home Sweet Home) poco ci manca. Il quartiere residenziale è il tipico paesaggio americano che avete imparato a conoscere grazie ai telefilm americani: quartieri immersi nel verde, strade ordinatissime, case enormi affiancate una all’altra con il giardino di fronte, nessuna recinzione, il garage di lato e soprattutto una tranquillità difficilmente descrivibile. Parcheggiamo (gratuitamente) sulla strada che costeggia l’Oceano e ci precipitiamo in spiaggia. Lo sappiamo, il sole messicano a mezzogiorno è pericoloso, ma il tempo a nostra disposizione è poco. Intorno all’una meno un quarto torniamo in città per pranzare e poi ripartiamo alla volta di Las Vegas. La prima metà di viaggio in pratica consiste nel tornare a Los Angeles e poi scegliere il cavalcavia giusto che vi porti verso l’interno. La seconda metà invece vi regalerà un panorama mozzafiato: grattacieli di roccia, foreste di arbusti e spiagge infinite di sabbia. Tradotto: il nulla desertico assoluto intorno a voi per decine e decine di miglia. Contemplate (se non state guidando..) questo panorama perché non è una cosa che si vede tutti i giorni. Quando poi iniziate a vedere dei grattacieli con le luminarie di Natale.. beh, siete arrivati a Las Vegas! Per raggiungere l’hotel costeggiamo la mitica “The Strip”, conosciuta anche con il nome di Las Vegas Boulevard, la strada in cui si trovano tutti i più grandi hotel e casinò d’America. Arriviamo all’Hard Rock Hotel intorno alle 19:30, facciamo il checkin e ci rinfreschiamo un po’ in camera perché il viaggio, almeno l’ultima parte, è stato abbastanza caldo. Come degli illusi usciamo intorno alle 20:30 pensando di trovare un po’ di frescura e invece ecco, anche a tarda sera, il caldo del Nevada. Arriviamo a piedi alla Strip (che non era così vicina come ce la immaginavamo) e iniziamo il nostro viaggio nelle luci e nei suoni. Descrivere questa strada (e questa città) a chi non l’ha mai vista è impossibile. Dire che ci sono luci, suoni e tamarri ovunque non potrà mai rendere l’idea di cosa voglia dire passeggiare in mezzo a questo mondo. Per questa sera ci limitiamo alla zona a sinistra e visitiamo il Luxor con le sue ricostruzioni egizie. I casinò sono molto simili tra di loro, con le rampe automatiche che dalla strada ti catturano e ti conducono all’interno (con la speranza che non riusciate facilmente a ritrovare l’uscita). La piramide oscurata proietta in cielo il fascio di luce più potente al mondo e noi, cercando di orientarci in questo gigantesco luccichio, torniamo verso l’hotel.