Gli occhi lucidi sembravano davvero autentici. Cosa che in mezzo al mare di ipocrisia che bagna il mondo del calcio non fanno di certo male. Lo stadio è spettacolare e lo spettacolo è stato all’altezza delle aspettative. Il Presidente, visibilmente emozionato, ha presentato la nuova Juventus. Perché, come ha detto Caressa, da questo nuovo stadio nasce necessariamente anche una nuova Società. Che deve lasciarsi alle spalle quanto accaduto negli ultimi cinque anni e ritornare a vincere come ha sempre fatto nella sua gloriosa storia. Mi è piaciuta tanto la rivendicazione dei 29 scudetti (e a chi si lamenta dell’assenza della Triade posso solo dire che questa frase serve anche e soprattutto a ricordare il suo prezioso lavoro negli anni novanta) e la sfilata di stelle (a proposito, ma Nedved e Zidane?) e di allenatori (che bello vedere Lippi in lacrime) ma la parte sicuramente più bella è stata la “scenetta” della Panchina (quella della fondazione), calata in mezzo al campo e “calcata” dai due pilastri della Juve: Boniperti e Alessandro Del Piero. Quest’ultimo, emozionato come e forse più degli altri, ha ringraziato Torino per tutto quello che gli ha dato in questi diciotto anni. Praticamente le prove generali per l’addio di Giugno. Poi i memoriali delle grandi vittorie e delle tragedie (come quella dell’85). Da domani però sarà sfida vera. Lo stadio è nuovo ma la squadra è quella del mercato estivo 2011. E puoi avere lo stadio più bello del mondo (non esageriamo, d’Italia..) ma per tornare grande tra le grandi le partite le devi vincere sul campo. In effetti la partita con il Parma è stata l’esordio migliore che si potesse immaginare, una vittoria netta, con la squadra padrona del gioco e mai in difficoltà. Grandissimi Pirlo e Del Piero, bene tutti gli altri. E’ iniziata la storia della nuova Juventus..