“La classe politica emersa dalla crisi del 1992-94 – tranne poche eccezioni individuali – ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente.”
Spiace doverlo ricordare ma, tra pochi mesi (o addirittura settimane), dovremo alzare il culo dal divano per uscire, al freddo e al gelo, ad eleggere un nuovo Parlamento.
Il panorama che ci si presenterà di fronte, una volta in cabina, avrà dello sconfortante: ci sarà il Pdl con Berlusconi che prometterà meno tasse per tutti e l’abolizione dell’IMU sulla prima casa (dov’è che l’ho già sentita?), ci sarà – o forse no ma probabilmente sì – la Lega Nord che ribadirà i soliti quattro slogan sul Nord, sugli indiani e sulle riserve (userà i cartelloni del 2008?), ci sarà l’UDC che sottointenderà “Al governo, con chiunque”, ci sarà una accozzaglia pseudo-centrista formata da Fini-Rutelli-Chi-più-ne-ha-più-ne-metta che non faranno altro che ricordarci che l’Italia ha bisogno di persone serie ma noi ricorderemo solo a chi vanno a finire i rimborsi elettorali, ci sarà Bersani alla guida di un tandem PD-SEL che sarà così sicuro di vincere che alla fine non vincerà veramente e poi ci sarà quella “nuvola” elettorale che gravita intorno all’IDV e al M5S che non si capisce bene cosa vuole fare una volta arrivati, per caso, al Governo. Ah, ovviamente non dimentichiamo tutti quei partiti “zerovirgola” su cui è meglio non esprimersi.
Capite bene anche voi che la voglia di abbandonare le calde dimore non ci assalirà (sarà inverno e farà piuttosto freddo, e poi c’è il Campionato!). Pensateci: tanta fatica per annullare una scheda (il non-voto non è contemplabile, così come il voto ad uno qualsiasi dei personaggi sopracitati)!
Ma forse, forse, c’è un barlume di speranza. Ho imparato, in questi ultimi sei anni, a non illudermi quando si parla di politica. Di aspettarmi il minimo sindacale e accontentarmi della metà. Ma, come dicevo, forse questa è la volta buona: come sicuramente sapete (e se non lo sapevate… informatevi!) Oscar Giannino ha lasciato intendere un suo impegno, in prima o terza persona, alla prossima tornata elettorale. Ha dato vita, insieme ad alcuni “amici” al movimento “Fermare il Declino” in cui ci spiega in parole povere (e liberali) di che cosa avrebbe bisogno il nostro malandato Paese. Sua è la citazione a inizio articolo. E già ci piace. Poi continui a leggere il manifesto e trovi scritte cose come “libera iniziativa”, “merito individuale”, “tagliare e rendere più efficiente la spesa”, “ridurre tasse su chi produce”, “liberalizzazione”, “concorrenza” e via dicendo. Una ventata di aria fresca in quel luogo stantio che è il Parlamento.
I promotori dell’iniziativa, che punta a diventare offerta politica, indicano 10 proposte:
1) Ridurre l’ammontare del debito pubblico
2) Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell’arco di 5 anni
3) Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni
4) Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali
5) Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti
6) Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d’interesse
7) Far funzionare la giustizia
8) Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne
9) Ridare alla scuola e all’università il ruolo, perso da tempo, di volani dell’emancipazione socio-economica delle nuove generazioni
10) Introdurre il vero federalismo con l’attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo
Sono tutte cose realizzabili in 5 anni? Improbabile. C’è da fidarsi dell’ennesima offerta politica? Forse. Può un liberale non sottoscrivere ogni parola di questi dieci punti? Impossibile
A questo punto bisogna aspettare e vedere come il progetto si concretizzerà a livello elettorale. Le potenzialità per arrivare intorno al 7-10% secondo me ci sono tutte. Sperando che almeno una piccola parte di queste belle proposte possa davvero entrare a far parte dell’agenda del prossimo Governo.
Per il momento auguro solo a Oscar e agli altri promotori “Buon Lavoro!”. L’Italia ha bisogno di voi!