La Juventus ieri sera era chiamata ad una prova esemplare: doveva dimostrare di meritarsi gli ottavi di finale della Champions League dopo un digiuno durato decisamente troppo. Ma non solo. Doveva dimostrare che la forza dirompente che spesso e volentieri dimostra nei confini nostrani non fosse un’eccezione tutta italiana ma fosse “esportabile” anche in Europa (difetto che nel corso degli anni è stato più volte ipotizzato nei confronti dei bianconeri). Doveva fare tutto questo in una serata speciale. Gli avversari, per quanto non se la passino benissimo al momento, sono i campioni in carica e un monte-ingaggi importante.
Poi è iniziata la partita, e da subito è stato chiaro come sarebbe andata a finire. Il Chelsea giocava con il 5-4-1, preoccupandosi principalmente di strappare un pareggio per andarsi a gestire la vittoria contro i Danesi nel prossimo turno. Ma la Juve e il suo collaudatissimo 3-5-2 non si sono intimoriti. Hanno preso in mano il gioco, hanno creato tantissimo (come al solito), hanno anche provato più di un brivido lungo la schiena (ma è giusto, siamo comunque nell’olimpo del calcio europeo) ma alla fine hanno ottenuto quello che volevano: convinzione, costanza ma soprattutto vittoria.
Davvero una bella serata di calcio, con uno “Stadium” strapieno e davvero scenografico che ha accompagnato l’impresa per tutta la durata della partita. Sembrava una finale. E in qualche modo lo era: il compito della Juve in Europa quest’anno è, a mio parere, dimostrare di esserci ancora, immutati, dopo svariati anni di assenza. Obiettivo centrato con le ultime due vittorie (soprattutto questa), i tanti gol segnati e la rete di Buffon inviolata. Poi, come ha detto lo stesso Capitano, tutto il resto è una conquista. Gli ottavi sarebbero un traguardo davvero importante nell’economia di questa stagione, ma ogni tifoso juventino credo possa già ritenersi in qualche modo soddisfatto.
Certo, se in Danimarca fosse entrata qualche palla in più..