Come di consueto, quest’anno, la Juve d’Italia non brilla dopo le (buonissime) prestazioni d’Europa. Male. Malissimo, se diamo ascolto ai due boati dello Stadium che scandiscono i due goal del Chievo contro il Napoli. Quella sconfitta, a 10 giornate dalla fine, era da monetizzare ad ogni costo. Ma in campo è tutta un’altra storia: il Catania, universalmente riconosciuto come la rivelazione dell’anno, imbriglia i Campioni (sbiaditi) e un Pirlo in giornata no (forse la peggior prestazione da Juventino) non aiuta a costruire trame convincenti, viste anche le pennichelle sulle fasce di Lichsteiner e Asamoah. Insomma, arrivati al 91′ sembra proprio che sarà “festa a metà”. E invece poi arriva il guizzo di Giaccherini, su assist di un immenso Pogba, e la palla finisce dentro. Esultanza da finale di Champions e +9 sul Napoli (o +10, se volete). Si può dire che è finita? Neanche per sogno. Non in Italia. Ma sicuramente la strada è più in discesa adesso. Vince la Juve, vince la scommessa di Conte di puntare sul gruppo piuttosto che sul Top Player. “Giaccherinho”, in fondo, è una sua creazione.