Recensione: Dexter So Far


Dexter

Mi mancava. Come un vetrino smarrito che non ha trovato posto nella Hall of Fame del Dark Passenger. E allora ho ripreso Dexter in toto e l’ho aggiunta all’elenco delle mie Serie TV.

++ Alto contenuto di Spoiler ++

Per chi (ma chi?) non lo sapesse, Dexter racconta la storia di un perito ematico della Omicidi di Miami che usa la sua finta vita da invisibile per nascondere a tutti, ma proprio a tutti, la sua vera essenza: è un Serial Killer, battezzato nel sangue quando, a tre anni, assiste alla morte della madre per mezzo di una motosega. Il poliziotto che arriva sul luogo del delitto (e che, scopriremo, era amante della donna) decide di adottare il piccolo ma ben presto capisce quanto questo sia rimasto irrimediabilmente segnato dall’esperienza. Convintosi della impossibilità di frenare quell’istinto nato nel figlio adottivo, cerca di indirizzare le sue pulsioni grazie ad un Codice che legittimerà solo gli omicidi di chi è colpevole di gravi reati ed è scampato alla giustizia.

Oddio, riassunto di Dexter in un paragrafo!

Le prime due stagioni sono un vero e proprio capolavoro (merito anche dei libri da cui sono tratte). Le riflessioni di una mente malata sulla propria essenza e sulla maschera che si è costruito sono scritti in modo da far avvicinare quanto più possibile lo spettatore al protagonista. Pensateci, in questa serie tutti tifano per un Serial Killer. Il bello è vedere con quanta astuzia Dexter riesca a combinare i suoi omicidi con la vita di tutti i giorni, in cui né la sorella-poliziotto né la finta-fidanzata-che-poi-diventa-moglie-e-madre sospettano di nulla.

Inevitabile arriva il successo e la ShowTime, felice come non mai, ordina rinnovi su rinnovi. Il problema, grosso, è che le nuove stagioni non reggono il confronto con le prime. In realtà lo si vede già con la terza, ma poi gli autori riescono a risollevarsi con la quarta grazie anche alle capacità recitative del “Big bad” di turno (Trinity).

Poi il buio, dalla seconda puntata della quinta stagione sembra di guardare un Serial diverso. Il personaggio di Dexter è irriconoscibile. Ok, va bene l’evoluzione, passi anche un accenno di umanizzazione, ma non ci siamo proprio. Il maniacale assassino che non lascia traccia diventa più sbadato di Clark Kent in Smallville e, come il supereroe non veniva scoperto solo grazie alle amnesie di fine episodio, il nostro assassino preferito deve la sua libertà e la sua vita all’incompetenza galattica della polizia di Miami (di cui tra l’altro è anche dipendente).

Oltre alla bruttissima gestione del protagonista (ormai si innamora ogni due episodi, ed è strano per uno che fino a ieri non riusciva a rapportarsi con gli altri esseri umani) ci sono molti altri problemi: personaggi secondari che non reggono (non erano pensati per durare così a lungo), deus ex machina che piovono in continuazione, il Codice di Harry che viene stravolto a piacimento. Fino ad arrivare ai discorsi sullo stesso Dark Passenger che si fanno nella settima stagione: decisamente riduttivi (e sono generoso) dopo tutta l’introspezione fatta in 84 episodi.

All’interno del calderone formato dalle stagioni 5-7 arriva, nel momento più basso della storia del telefilm, la rivelazione che tutti aspettavano dal Pilot: Debra, sorellastra di Dexter, scopre la vera natura del fratello proprio mentre lui sta dando sfogo al suo passeggero oscuro. Anche la grande rivelazione viene gestita maluccio: Debra passa in una manciata di episodi da poliziotto (quasi) incorruttibile a complice e perfino mandante delle colpe di Dexter. Nel mezzo gli autori provano anche a giocarsi la carta dell’incesto, come se ce ne fosse bisogno.

Per finire a quel container della 7×12, là dove tutto è iniziato (anche se non si tratta fisicamente dello stesso luogo) e la dove tutto è finito, per ora. Dexter pronto ad uccidere un innocente (LaGuerta) solo per salvarsi il culo (e salvare quello di Debra). In realtà non ce ne sarà bisogno perché ad uccidere il Capitano è direttamente Debra, in preda ad un crollo nervoso un cui deve scegliere se uccidere il fratello assassino/amato o l’antipatico capo che ha scoperto tutto e che manderà in galera anche lei.

La stagione si conclude con i festeggiamenti per il nuovo anno. Io non sono sicuro di reggere altre dodici puntate. Ma farò uno sforzo, sapendo che saranno le ultime. Sperando in un miracolo, ovvero che gli autori riescano a dare a questa storia il finale che si merita.

[Omnia / Luca Zaccaro]


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